Enrico Trobia, una vita per la testimonianza

Enrico Trobia, una vita per la testimonianza

E' mancato il pastore che a Vittoria ha servito la chiesa e la casa di riposo

Con profonda tristezza, ma anche con grande senso di gratitudine per il suo impegno, ricordiamo il pastore Enrico Trobia, che ci ha recentemente lasciati per ricongiungersi al Padre, tramite le parole di Alberto Corsani. 

Alla fine di giugno 2023, nei locali della Casa valdese di Vittoria, la Giornata del rifugiato era stata occasione per festeggiare i 90 anni della struttura in provincia di Ragusa, da sempre volta all’accoglienza. Per l’occasione, nella cappella della struttura si era svolto un culto a cui aveva partecipato anche il pastore Enrico Trobia, accolto con gioia ed emozione per il suo messaggio.

Trobia, dal 1969 al 2008 era stato infatti pastore della locale comunità valdese e direttore dell’allora Casa di riposo. Così il pastore Trobia aveva ricordato il percorso della struttura, da asilo per bambini a scuola evangelica, dalle scuole serali a quella per evangelisti, dalla casa di riposo agli attuali servizi di accoglienza nell’ambito delle migrazioni. La vita della Casa, insomma, si intrecciava con il suo percorso di esistenza totalmente al servizio dell’Evangelo e del prossimo.

Enrico Trobia era nato nell’ottobre del 1926 a Castel San Pietro (Bo). Dopo gli studi tecnici aveva seguito i corsi per anziano evangelista, e in questa veste iniziò a servire le chiese nel Sud: Corato e Cerignola, poi Cosenza e relativa diaspora. Dopo la consacrazione, avvenuta nel 1950, ha continuato a percorrere il Meridione: Cosenza fino al 1959, poi Orsara di Puglia fino al 1966, alla cui cura affiancherà quella di Foggia dal 1963. Dal 1966 al 1970 è a Catanzaro e Vincolise, e dal 1970 al 1996, anno dell’emeritazione, è a Vittoria dove diventa direttore della Casa, che ora ha la denominazione di Casa evangelica valdese nell’ambito della Commissione sinodale per la diaconia.

Le sue radici erano proprio a Vittoria: fu il nonno di Enrico, Vincenzo, maestro evangelista nella cittadina siciliana, a costruire il tempio di via Garibaldi e la casa pastorale annessa. Egli poi, catturato in un rastrellamento nei giorni dello sbarco alleato in Sicilia, trascorse un anno a Ustica prima di essere tradotto a Catania per un processo che si concluse con la liberazione. Nel 1950 fu fermato dai Carabinieri per avere presieduto un culto in una casa vicino a Cosenza; poco dopo fu trascinato in tribunale perché a Gizzeria, vicino a Nicastro, i culti in famiglie erano talmente frequentati da configurarsi come riunioni pubbliche non autorizzate. Nel processo, tuttavia, le tristemente note leggi del ’29 30-in materia furono dichiarate anticostituzionali e Trobia fu assolto.

Decisamente un’esistenza votata alla causa dell’Evangelo. Una militanza che si esplicò anche in incarichi nella Commissione distrettuale (allora, nel 1072-75, era il VI Distretto, corrispondente a Calabria e Sicilia; poi presidente della Commissione del IV Distretto), come anche nella direzione del Centro giovanile di Adelfia. La sua presenza e le sue parole alla festa del 2023 testimoniano ancora della tenacia della sua fede.

Fonte: Riforma.it