Domenica della Diaconia: supporto ai minori stranieri bloccati alle frontiere

Colletta del 5 dicembre per il progetto attivo a Oulx, Ventimiglia e Trieste


Domenica della Diaconia: supporto ai minori stranieri bloccati alle frontiere

Il 5 dicembre si terrà la Domenica della Diaconia, un’occasione per le chiese metodiste e valdesi per parlare delle attività della Diaconia Valdese e offrire un contributo per il loro sostegno. La colletta raccolta durante culto verrà infatti destinata al progetto Open Europe, attivo da anni a Oulx e Ventimiglia, e da poco tempo anche a Trieste, che si occupa di sostenere persone migranti in transito presso questi tre luoghi di frontiera. In particolare, quanto offerto dalle chiese sarà utilizzato per rafforzare l’impegno di Servizi Inclusione della Diaconia Valdese a favore dei minori stranieri bloccati presso le frontiere. Simone Alterisio, responsabile del progetto, ci racconta il lavoro che viene svolto da Servizi Inclusione. È la piazza davanti alla stazione dei treni di Trieste il luogo dove possiamo per la prima volta renderci conto di quanti giovani ragazzi, minorenni in viaggio da soli o in piccoli gruppi di amici, come fantasmi, provino ad attraversare l’Europa. Arrivano dalla rotta balcanica, avendo tentato il passaggio (“game”) anche più di 15 volte tra la Bosnia e la Croazia, subendo, come noto e come riportato da numerosi report e testimonianze, violenti respingimenti alla frontiera, di cui portano i segni sul corpo e nella mente. Anche al confine italiano nel corso del 2020 le cose non sono state facili per molti di loro: tra le 1301 riammissioni italiane in Slovenia, diverse associazioni segnalano la presenza di minori non accompagnati, identificati discrezionalmente come adulti dalla polizia di frontiera italiana. Fortunatamente oggi la prassi delle riammissioni informali in Slovenia è sospesa.

 Ma torniamo all’immagine dei ragazzi alla stazione di Trieste: per molti di loro il viaggio non è ancora concluso; alcuni si riposano cercando di recuperare le forze all’ombra degli alberi, preparandosi per ripartire, spesso ignari del fatto che un’altra frontiera li sta aspettando, una frontiera dura e reale come le precedenti, che respingerà molti di loro: è quella francese.

Ecco come Ventimiglia e Oulx, ormai da troppi anni, si ritrovano ad essere città di confine e dimora forzosa di tanti ragazzi, nonché luoghi dove i sogni ancora vivi di troppi adolescenti giorno dopo giorno si affievoliscono sempre di più.

Il rischio di tratta e sfruttamento per loro è concreto: in mancanza di vie legali e sicure di spostamento tra i vari paesi europei, gli adolescenti sono disposti a rischiare tutto, ad attraversare pericolosi sentieri di montagna di notte, sui tetti dei treni, agganciati e nascosti nei camion, a dormire in strada e in accampamenti di fortuna, a fidarsi dei passeur e di chiunque prometta loro un aiuto per trovare una breccia attraverso i confini blindati.

Se a Trieste vediamo per lo più ragazzi provenienti dalla rotta balcanica, non possiamo dimenticare come nei due valichi di uscita ovest siano tantissimi i ragazzi provenienti dalla rotta libica - mediterranea: maghreb, africa dell’est e sub-sahariana. Storie tristemente paragonabili, con i passaggi pericolosissimi del deserto, la terribile detenzione libica e la sorte tentata nell’attraversamento del Mediterraneo.

È in questo contesto che la Diaconia Valdese interviene su tutti e tre i territori grazie al progetto Open Europe, provando a fornire orientamento, supporto ai minori stranieri non accompagnati, oltre che svolgendo attività di protezione verso gli stessi, dove possibile.

A Trieste l’operatore e il mediatore culturale forniscono una prima informativa e orientamento sulle possibilità che si hanno sul territorio Italiano, spiegando come funziona il meccanismo di protezione europeo e fornendo il supporto necessario per i pochi che decidono di entrare in un percorso di accoglienza formale; su Ventimiglia e Oulx l’intervento, per forza di cose, diventa ulteriormente sfaccettato.

Nella cittadina ligure di confine è comune intercettare minori rimandati in Italia dalla polizia francese con prassi del tutto illegittime; quest’ultima infatti, in maniera sistematica, respinge i minori falsificando la loro reale età, obbligandoli quindi al rientro in Italia come se fossero adulti.

Anche a Oulx il lavoro di messa in protezione o riduzione massima del rischio risulta fondamentale, in quanto ragazzi molto giovani e disorientati rischiano passi di alta montagna molto pericolosi e impervi, in particolar modo nel periodo invernale.

I minori soli incontrati da gennaio 2021 nell’ambito del progetto Open Europe sono circa 500: ad essi è stata fornita assistenza legale e orientamento sociale.

Dal 24 febbraio 2021 è inoltre attivo a Ventimiglia, in collaborazione con Save the Children e grazie alla messa a disposizione, per i primi 3 mesi di intervento, di alcuni locali della Casa Valdese di Vallecrosia, uno spazio di rifugio notturno per minori soli in transito: l’obiettivo è fornire un luogo sicuro e confortevole dove passare la notte, avere un pasto caldo e un cambio di vestiti; un servizio che ci può sembrare minimo e essenziale, ma che per molti garantisce, dopo mesi di percorso estenuante, il primo vero momento di riposo, nonché una notte sicura, quel “comfort” mai banale che speriamo possa rianimare almeno un po’ quella fiamma che alimenta le speranze di un futuro migliore di ragazzi giovani e nel pieno spirito della vita. 

Da fine febbraio a fine ottobre 2021 sono stati accolti 215 ragazzi, cui è stato possibile offrire una media di una o due notti di riposo.