Dramma Palestina

Dramma Palestina

La presa di posizione del Sinodo valdese

Il Sinodo valdese 2025, il “parlamento” delle chiese valdesi e metodiste, ha affrontato il tema della posizione della chiesa rispetto al conflitto in corso in Palestina. Il dibattito è stato serrato, ma molto corretto e attento all’ascolto delle diverse sensibilità. In modo quasi unanime sono stati approvati due articolati atti, riportati qui sotto.

Con una sua comunicazione di luglio la CSD aveva chiarito i rispettivi ambiti di competenza di Diaconia Valdese CSD, Tavola valdese e Sinodo per quanto riguarda le prese di posizione ufficiali. Ora accoglie e rilancia questi nuovi documenti, che esprimono la posizione della chiesa su questo punto.

Art. 24/SI/2025

Il Sinodo

si rivolge alle chiese metodiste e valdesi in Italia, impegnate da tempo nei percorsi di pace e riconciliazione come anche nel dialogo ebraico-cristiano e islamico-cristiano;

auspica che in questo dialogo non siano censurate le voci critiche sul conflitto israelo-palestinese; condivide le posizioni espresse dal Comitato Centrale del Consiglio Ecumenico delle Chiese che denuncia tutte le ideologie suprematiste: quelle che in Israele hanno portato a creare una situazione di apartheid per la popolazione palestinese legittimando gli insediamenti illegali in Cisgiordania e la distruzione sistematica della striscia di Gaza, e creando i presupposti per l’annientamento dell’intera popolazione palestinese; quelle del nazionalismo islamista rappresentato da gruppi come Hamas, che non riesce a immaginare un futuro di convivenza pacifica tra i due popoli;

il Sinodo rifiuta con fermezza ogni forma di «sionismo cristiano» come biblicamente infondato, ribadisce la volontà di operare per la pace mettendosi a fianco di tutte vittime;

invita le commissioni che si occupano di formazione e informazione – in particolare la stampa evangelica, le commissioni per la formazione dei ministeri e per il catechismo e la scuola domenicale, così come la Facoltà Valdese di Teologia – a produrre materiali, schede e riflessioni che aiutino i e le credenti a smascherare le manipolazioni dei testi biblici al servizio di ideologie suprematiste e a distinguere tra l’Israele biblico e l’attuale Stato di Israele e gli Ebrei della diaspora, e a discernere i veleni del «sionismo cristiano», dell’antigiudaismo cristiano e di ogni suprematismo.

 

Art. 25/SI/2025

Il Sinodo,

riconoscendo la gravità del momento attuale come kairòs (termine con cui le chiese cristiane hanno tradizionalmente individuato un momento in cui il Signore ci chiama a schierarci in modo chiaro), che chiama le chiese a testimoniare e a riconoscere come abominio agli occhi di Dio ciò che è avvenuto il 7 ottobre 2023 e ciò che sta avvenendo a Gaza e nei Territori occupati;

di fronte alla fame usata come arma, al numero esorbitante di uccisioni di bambini e bambine, civili, sanitari, giornalisti; dei crimini umanitari, delle immani distruzioni, dei soprusi e umiliazioni alle quali il popolo palestinese viene sottoposto da decenni;

davanti alle ripetute violazioni del Diritto internazionale compiute dal governo israeliano a Gaza e Territori occupati, e dai miliziani di Hamas,

riconosce la legittimità del diritto del popolo palestinese alla autodeterminazione e a vivere sulla propria terra, così come riconosciuto per Israele dall’ONU nel 1948;

auspica l’immediata e duratura cessazione del fuoco, la fine dell’occupazione e la revoca del blocco della Striscia di Gaza;

auspica la liberazione degli ostaggi israeliani e dei palestinesi detenuti senza processo nelle carceri israeliane;

in continuità con le molteplici prese di posizione delle chiese valdesi e metodiste e con le recenti dichiarazioni della Comunione Mondiale delle Chiese Riformate in occasione dei 20 anni della Confessione di Accra (dicembre 2024) e del Consiglio Ecumenico delle Chiese (giugno 2025),

invita le chiese metodiste e valdesi a:

- esprimere solidarietà e vicinanza alle comunità cristiane di Palestina e all’azione di Kairòs Palestina, sostenendo il loro diritto a rimanere sulla loro terra e a praticare liberamente la propria fede;

- assumere iniziative di boicottaggio, disinvestimento anche dalle “banche armate” ed embargo sulle armi;

- dare voce e sostegno ai costruttori di pace, ai dissidenti, agli obiettori di coscienza e ai renitenti alla leva che in Israele scelgono la difficile strada del rifiuto della violenza preferendole il dialogo e il riconoscimento reciproco,

- collaborare, anche in associazione con la società civile e con i movimenti ecumenici della pace, con quanti sono impegnati a costruire le condizioni per una convivenza pacifica tra i due popoli.

Dà mandato alla Tavola valdese di chiedere al Governo italiano

- di riconoscere lo Stato di Palestina;

- di interrompere la fornitura di armi e ogni rapporto commerciale, militare e politico che dia sostegno alla politica genocidaria dell’attuale governo israeliano;

- di riconoscere pienamente il Diritto Internazionale e gli organismi che lo sostanziano, come l’ONU, la Corte Internazionale di giustizia e la Corte penale internazionale;

- di appoggiare le iniziative internazionali tese a indurre il governo israeliano al rispetto della legalità internazionale;

- di rendere possibile l’apertura di corridoi umanitari e sanitari, anche offrendosi di contribuire con i fondi dell’Otto per Mille, come chiesto recentemente anche dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI).