Lavoro di pubblica utilità e messa alla prova

Lavoro di pubblica utilità e messa alla prova

Dal 2021 ad oggi numerosi gli inserimenti gestiti da Servizi Inclusione

A partire dal 2021, la CSD ha stipulato una Convenzione con il Ministero di Giustizia per l’attuazione dei Lavori di pubblica utilità con Messa alla prova, la quale sta permettendo a diverse realtà locali di ospitare ed inserire, anche per i prossimi anni, persone aventi commesso reati di minore gravità attraverso prestazioni a favore della collettività.

Scopo del progetto, infatti, è il reinserimento sociale degli imputati (Messe alla prova) e dei condannati (Lavori di pubblica utilità), attraverso lo svolgimento di attività concrete, non retribuite, a beneficio della comunità, al fine di riparare il danno procurato ed acquisire una consapevolezza del valore sociale delle proprie azioni. 

In modo particolare, i lavori di pubblica utilità (art. 186 comma 9 bis C.d.s.) costituiscono una vera e propria pena applicata in sostituzione di quella determinata inizialmente dal giudice, ovvero rappresentano una conversione della pena detentiva in un’attività non retribuita a favore della collettività; mentre la messa alla prova (art. 168 bis e ss. c.p.) comporta l’immediata sospensione del procedimento penale per un determinato periodo stabilito dal giudice, all’interno del quale devono essere svolti i lavori socialmente utili.

All’interno della CSD, grazie all’ausilio e all’affiancamento delle/dei responsabili territoriali e di sede, le attività sono state pensate al fine di far combaciare le competenze o professionalità dei singoli beneficiari in regime di MAP/LPU con le esigenze e le attività dell’Ente.

Per quanto riguarda il 2023, in modo particolare, i beneficiari si sono adoperati in prestazioni attinenti alle progettualità in essere volte all’accoglienza e al sostegno di migranti, di persone sottoposte a misure alternative alla detenzione e persone vulnerabili quali anziani e minori, al fine di affiancare le operatrici e gli operatori nei percorsi di aiuto ed orientamento sociale, lavorativo, legale e burocratico nonché di supporto scolastico, ricreativo etc. 

I lavoratori di pubblica utilità, in diversi casi, inoltre, si sono impegnati anche nello svolgimento di mansioni di tipo pratico e di sostegno al lavoro quotidiano dei supporti abitativi: attività di piccola manutenzione degli appartamenti e supporto nell’acquisto di beni materiali per l’allestimento delle case di accoglienza.

Sebbene l’iter sia alle fasi iniziali, grazie ad una stretta collaborazione con i Tribunali ordinari locali e all’Uiepe[1] di riferimento, diverse sedi stanno aderendo con positività ed entusiasmo al progetto cercando di mettere in campo tutte le risorse a propria disposizione per la riuscita di questo.

A dimostrazione del fatto, nell’anno corrente, comprendendo tutte le diverse aree della CSD, i soggetti accolti sono stati in totale 11: 1 beneficiario in regime MAP presso la casa di riposo "Il Gignoro" e 1 beneficiario presso il Community Center di Firenze e la struttura residenziale “Casa del Melograno"; 2 beneficiari in regime LPU ospitati all’interno dell’Area Salute presso “il Foyer” e “l’Uliveto”; 5 persone in regime MAP e LPU presso gli uffici di Roma, Pinerolo e Luserna San Giovanni afferenti all’area Servizi Inclusione e 2 persone presso la Casa Valdese di Vittoria. 

Un ringraziamento speciale va a tutti i coordinatori e responsabili che si sono resi disponibili e si stanno adoperando in tale direzione.

Mara Ceccatelli e Martina Bertone
Referenti progetto Lavori di pubblica utilità e Messa alla prova


 
[1] Ufficio interdistrettuale esecuzione penale esterna, ovvero il braccio operativo del Ministero di Giustizia che si occupa di attivare e monitorare i percorsi esterni al carcere.

Foto di succo da Pixabay